Ci crederesti se ti dicessi che nel XVIII secolo era perfettamente normale per un bambino indossare un abito rosa con ricami floreali? Ancora oggi, in giro per negozi di giocattoli o di abbigliamento, scegliamo quasi d’istinto il rosa per le bambine e l’azzurro per i maschietti, ma queste assegnazioni non sono sempre state così scontate, anzi! Scopriamo insieme di più sulla storia dei colori rosa e azzurro, e sul loro legame con il genere femminile e maschile!

Rosa e Azzurro: il Loro Significato Prima del XX Secolo

Per molto tempo, almeno fino all’Ottocento, il rosa e l’azzurro non avevano alcun significato legato al genere femminile o a quello maschile. In verità all’epoca non esisteva alcun codice cromatico pensato per identificare bambini e bambine, perché per i piccoli c’era un solo colore: il bianco. Questo era ritenuto il colore più adatto al mondo dell’infanzia perché, sottoposto a lavaggi frequenti, era quello che rischiava di meno di sbadire.

bambino XVII secolo vestito in bianco
bambino del XVII secolo vestito in bianco (Fonte: Pinterest)

Il rosa e l’azzurro, insieme ad altri colori pastello, furono introdotti nell’abbigliamento per bambini solo nella metà del Diciannovesimo secolo, ma in ogni caso non implicavano ancora alcun significante di genere.

Più tardi, nel 1918, la Earnshaw’s Infants’ Department, rivista specializzata in vestiti per bambini, specificava invece che «la regola è che il rosa sia per i bambini, il blu per le bambine. Questo perché il rosa è un colore più forte e deciso, più adatto ad un maschio, mentre il blu, che è più delicato e grazioso, è più adatto alle femmine».

Il rosa era visto vicino al rosso, un colore forte, legato al sangue e al fuoco, e pertanto più adatto al genere maschile, mentre il blu con tutte le sue sfumature veniva associato al colore del velo con cui era rappresentata la Vergine Maria, ed era quindi più vicino al mondo femminile.

madonna con velo azzurro
A Virgem do Véu Azul - Jean-Auguste-Dominique Ingres (1827) (Fonte: Wikimedia Commons)

Il Significato di Rosa e Azzurro dopo gli anni Trenta

Tra gli anni Trenta e gli anni Quaranta del Novecento ci fu però un’inversione di tendenza.

A causa dell’influenza della haute couture francese, in cui il rosa era tradizionalmente associato alla femminilità, questo colore ha cominciato a essere visto come più adatto al genere femminile, mentre l’azzurro, legato al mondo degli affari, acquisiva virilità e mascolinità.

In verità, un primissimo riferimento al legame del colore rosa con il genere femminile e dell’azzurro con quello maschile lo si trova in “Piccole Donne” di Louisa May Alcott (1868): viene infatti citato un nastro rosa per identificare una femmina e uno azzurro per il maschio. Questo simbolismo, diceva la stessa Alcott, era da ricondurre proprio ad una moda francese: non era la norma all’epoca, ma era una sorta di nuova tendenza

(…) – I bambini più belli che abbia mai visto. Qual è il maschio e qual è la femmina? – chiese Laurie chinandosi per esaminare più da vicino i due prodigi.

– Amy ha messo un nastro azzurro al maschio e uno rosa alla femmina, come si usa in Francia, in modo da distinguerli senza sforzo.

La regola per cui il colore di riferimento per le donne era il rosa mentre per i maschi il blu si impose definitivamente negli anni 80. Fu importante in questo senso la diffusione della diagnosi prenatale, con la conseguente possibilità di scoprire prima del parto il sesso del nascituro.

Di questa innovazione, infatti, beneficiarono numerose aziende che, producendo giochi o vestiti in colori diversi, fecero della distinzione rosa/azzurro una strategia di marketing di grande successo (non a caso, era questo il periodo del boom della bambola Barbie, che contribuì a consolidare la femminilizzazione del rosa): rendendo subito riconoscibili, sugli scaffali dei negozi, i giochi o i vestiti per i maschietti o per le femminucce, il processo decisionale verso l’acquisto risultava così di gran lunga facilitato.

barbie in rosa anni 80
barbie in rosa degli anni '80 (Fonte: barbieworld.it)

Ad ogni modo, la storia dei colori rosa e azzurro dimostra che, in realtà, non c’è niente di innato o di “naturale” nel significato che attribuiamo ad un certo colore. Tutto dipende dalla società, dalla cultura, dagli usi e costumi di un certo momento storico.

La verità è che se non ripetessimo costantemente ai bambini e alle bambine che questo o quel colore sono da maschi o da femmine, loro sceglierebbero, molto semplicemente, la tonalità che più amano, o che suscita in loro emozioni o sensazioni positive. Non credi?

rosa e azzurro stereotipi
rosa e azzurro: sfatiamo tutti i miti!